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OndaRock

Alberto Cipolla – Soundtrack For Movies In Your Head

di Vassilios Karagiannis · 28 Giugno 2014

 

C’è da dire che con questa copertina, un fosco paesaggio invernale colto in un suggestivo tramonto rosso fuoco, si è probabilmente sbagliato stagione di pubblicazione. Poi si dà un’occhiata più attenta a questa stessa copertina, si legge il titolo su di essa riportato, e qualche tassello comincia a prendere il suo posto. Anche perché, con uno come Alberto Cipolla, niente è davvero lasciato al caso. Classe 1988, ma con un portfolio di esperienze già piuttosto consistente alle spalle (a suo nome sonorizzazioni per eventi, colonne sonore per cortometraggi, lavori nell’ambito della televisione e molto altro ancora), compositore e poli-strumentista di rara versatilità e tempra, giunge finalmente alla prima prova solista, all’inizio di un percorso che, slegato da contingenze realizzative stringenti, promette già da ora interessanti sviluppi e belle sorprese.

Niente è davvero lasciato al caso, si diceva. Sfruttando al massimo il suo talento, plasmandolo in tredici quadretti (in realtà, dodici più uno) affidati prevalentemente al comparto strumentale, senza particolari interventi vocali, il musicista di Carmagnola concepisce con grande accortezza e abilità un piccolo-grande cosmo di immagini, ambienti e sensazioni, che trovano corresponsione ideale in un titolo davvero illuminante. Dosando registri e generi con grande carattere, prevenendo così un effetto pot-pourri ormai issatosi a denominatore comune di tante operazioni consimili, Cipolla dona al suo mondo musicale profondità e leggerezza, alterna epos e slancio drammatico, lasciando però, come da titolo, ampio spazio all’interpretazione personale dell’ascoltatore stesso.
Impostati essenzialmente su un nucleo melodico di pianoforte, e poi sviluppati secondo un climax ascendente che li porta spesso a sconfinare nel campo d’azione proprio di band quali Explosions In The Sky o God Is An Astronaut, i brani del lavoro, forti della loro natura dichiaratamente cinematica, vibrano di un approccio che li porta a rivelarsi come piccoli scrigni di emozioni, a giocare a carte scoperte con l’elemento più istintivo dell’espressività artistica. A ciò risponde la cura per l’esecuzione e per la composizione, che sottolinea passaggi e dinamiche melodiche con notevole perizia, spesso avvalendosi anche di inaspettate evoluzioni e cambi di tono, in perfetta ottica progressive.

Ed è così che l’apertura in acustico della nuova versione di “The Shacks” (non meno affascinante comunque l’originario passo a due vocale, più essenziale nell’arrangiamento), con un piglio bucolico affine ai piccoli incanti incorniciati dal Musette di “Datum”, non tarda a svelare la sua natura di sereno preambolo, prima che subentrino batteria ed elettricità a modificare la rotta verso più impetuosi schemi rock, sempre brillanti nel loro trasporto melodico. Analogamente, quelle che si prefigurano come sinuose piéce neoclassiche, che s’innestino sulla scia tracciata dai notturni di Chopin (“Rise And Fall Of Fairytales”), oppure riscoprano l’intima seduzione di Debussy (“Last Day Of November”), non esitano poi a contaminarsi con costumi più moderni, con fogge che dove necessario tirano fuori dal cassetto soluzioni peculiari, ad un primo contatto finanche bizzarre nella loro destrezza armonica.
Inserti di synth s’insinuano così nei brillanti fraseggi post in salsa Sigur Rós di “Craig And Noelle”, provvista del crescendo più stuzzicante di tutta la collezione, mentre una ventata di energia rompe gli indugi e alza i volumi nel pattern propulsivo di “Summer Sun”, in cui Cipolla mostra di poter azzardare anche con il ritmo e l’esuberanza, senza comunque sbandare nel tragitto. Certo, poi il meglio di sé lo trova quando predilige contorni più quieti e riflessivi (la romanza per solo pianoforte di “Falling Down”, i dintorni quasi folk di “The Girl And The Rhye”, anch’essi affidati in ogni caso ad una chiusura più robusta), ma anche nel passaggio apparentemente più sbiadito ed evanescente c’è comunque sufficiente materiale per certificare il talento emergente di un artista che non ha poi avuto bisogno di grossi proclami per dire la sua.

Con il solo supporto dell’immaginazione, la sua e la nostra, al Nostro è venuto fuori insomma un piccolo gioiellino. Che sia la colonna sonora per le pellicole più belle che guarderete, quelle che solo la vostra mente sa ricreare.
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